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Dentro l’iceberg della finanza quantitativa

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Dalla pratica quotidiana ai modelli avanzati: cosa rappresenta davvero l’iceberg della finanza

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lug 02, 2025
∙ A pagamento
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Dentro l’iceberg della finanza quantitativa
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Scorrendo X, mi sono imbattuto in questa slide che rappresenta l’iceberg della finanza quantitativa. L’ho trovata chiara e ben costruita. Ho deciso quindi di proporvela e di spiegare brevemente cosa rappresentano i diversi livelli, con l’obiettivo di renderla accessibile anche a chi ha poca familiarità con questi temi.

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La slide rappresenta la finanza quantitativa come un iceberg, con i concetti più noti e accessibili in superficie e quelli più tecnici e specialistici nascosti sotto. Man mano che si scende, si incontrano strumenti teorici e modelli matematici sempre più complessi, spesso utilizzati solo in ambiti accademici o da professionisti molto specializzati. Ogni livello non è separato in modo rigido, ma indica un graduale approfondimento: dall’operatività quotidiana nei mercati fino alle fondamenta matematiche che ne sostengono la modellizzazione. È una rappresentazione utile per capire quanto sia stratificato questo campo e quanto studio ci sia dietro a strumenti che, in apparenza, sembrano semplici.

La parte alta dell’iceberg include gli strumenti finanziari più conosciuti: azioni, obbligazioni, opzioni e valute. Sono quelli con cui si ha più facilmente a che fare, sia come investitori che come osservatori del mercato. Subito sotto si trovano i modelli e concetti base della finanza quantitativa, come Black-Scholes o il CAPM, che introducono l’uso della matematica nella valutazione degli strumenti finanziari. Scendendo ancora, compaiono tecniche numeriche e fenomeni di mercato più complessi, come le simulazioni Monte Carlo o il sorriso di volatilità. Nei livelli inferiori entrano in gioco strumenti matematici avanzati come il calcolo stocastico, i moti browniani o i modelli dei tassi d’interesse. Alla base dell’iceberg si trovano i concetti più sofisticati, come il calcolo di Malliavin, i processi di Lévy e i modelli di rough volatility, utilizzati per rappresentare dinamiche molto realistiche ma difficili da trattare con i metodi tradizionali.

Livello 1 – Superficie (visibile):

Il primo livello dell’iceberg rappresenta la superficie visibile della finanza, quella con cui la maggior parte delle persone ha familiarità o almeno un’intuizione. Si tratta dei principali strumenti negoziati sui mercati: azioni, obbligazioni, opzioni e valute (Forex).

Le azioni sono strumenti di capitale: acquistandole si diventa soci di una società e si partecipa ai suoi utili (attraverso i dividendi) e alle sue perdite. Il loro prezzo riflette aspettative sugli utili futuri, fattori macroeconomici, notizie e dinamiche di mercato. Sono tra gli strumenti più liquidi e diffusi.

Le obbligazioni sono strumenti di debito: chi le acquista presta denaro all’emittente (governo, azienda, ecc.) in cambio di interessi periodici e del rimborso del capitale a scadenza. La loro valutazione dipende da fattori come i tassi d’interesse, il rischio di credito e la durata residua.

Le opzioni sono strumenti derivati: il loro valore dipende da un’attività sottostante (azione, indice, cambio, ecc.) e danno il diritto di comprare o vendere l’asset a un prezzo prefissato entro una certa data. Sono già in sé strumenti più sofisticati, ma sono qui classificati a livello base perché molto diffusi e disponibili anche per i retail, anche se la comprensione piena del loro funzionamento richiede nozioni avanzate.

Il Forex è il mercato delle valute, dove si scambiano coppie monetarie. È uno dei mercati più grandi e liquidi al mondo, fortemente influenzato da politiche monetarie, dati macroeconomici e dinamiche geopolitiche. È accessibile anche a piccoli investitori, ma è caratterizzato da una forte leva finanziaria e da dinamiche spesso non lineari.

Insieme, questi strumenti formano l’ambiente operativo quotidiano della finanza. A questo livello la quant finance può essere presente, ma non è indispensabile: si può operare utilizzando analisi fondamentale, analisi tecnica o strategie discrezionali. Tuttavia, è proprio da qui che parte la motivazione a cercare modelli più rigorosi e strumenti più affidabili per analizzare, prevedere e gestire il rischio.

Livello 2 – Superficie sommersa:

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